Scuola Civica d'Arte Contemporanea: L’arte contemporanea, il sistema e le sue istituzioni. Incontro con Micaela Deiana
































L’arte contemporanea, il sistema e le sue istituzioni

Relatore: Micaela Deiana, curatrice, dottoranda in Scienze dei sistemi culturali presso l'Università di Sassari.

Mercoledì 30 Luglio 2014, ore 20,00
Giardino biblioteca comunale, via Oristano, Iglesias
ingresso libero


In questo secondo appuntamento del ciclo di conferenze pubbliche organizzate dalla Scuola Civica d’Arte Contemporanea di Iglesias, Micaela Deiana ha parlato del sistema dell’arte e dei meccanismi che lo governano.


Il termine “sistema dell’arte” viene utilizzato per la prima volta nel 1972 dal critico Lawrence Alloway, in un saggio su Artforum, per spiegare le dinamiche con le quali un potenziale artista entra a far parte o viene respinto dal mondo dell’arte. Da allora il sistema dell’arte ha assunto un ruolo che sembra, oltre che determinare, contenere al suo interno la stessa definizione, condizione e riconoscimento del fare arte e dell’essere, o non essere, artista. Questa visione potrebbe apparire aberrante e poco rispettosa della libertà del fare e del voler essere  artista, ma questo varrebbe solo se si trattasse di un sistema piramidale e non, come è nella realtà dei fatti, e nel significato della parola stessa, molto più simile a quello delle stelle e dei pianeti. Il sistema dell’arte è sempre in continua evoluzione e trasformazione e nessuno dei componenti è in grado da solo di determinare gerarchie o scale di valore senza esercitare una forza gravitazionale su tutti gli altri verso la propria posizione, oltretutto sarebbe più corretto parlare di Sistemi dell’arte piuttosto che pensare ad un unico sistema che impone ai suoi componenti la legge del più forte.
Per chi volesse avvicinarsi all’arte contemporanea è quindi fondamentale capire come funzionano i meccanismi di produzione, promozione e selezione al suo interno, dal momento che sempre di più il fare arte senza volersi confrontare e mettersi in gioco con gli altri protagonisti del mondo dell’arte, rifugiandosi in pratiche autoreferenziali o rimanendo sull’esercizio amatoriale, significa voler rinunciare alle possibilità che l’arte ha di influenzare positivamente (e a volte di determinare) la qualità e il grado di sviluppo di una comunità.
















 




















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