Emanuela Murtas: Equilibrio precario a Milano






Emanuela Murtas:
….Attacchiamoci al tram
Lavoratori sardi in lotta per recuperare un sogno
I lavoratori, cassaintegrati ex Rockwool Iglesias, salgono sul tram, in equilibrio su un solo piede raccontano ai passeggeri la loro storia.
Così per tutto il giorno. Un giorno di lotta, d’incontro…Un giorno, un Odissea, una pagina del diario, un giorno di storia…e la lotta continua, nella speranza che l’Odissea dei lavoratori, possa durare come nel libro di Joice: un solo giorno.


La storia dei lavoratori della ex Rockwool Iglesias (CI, Sardegna del Sud-Ovest) è una storia ricca anche se parla di povertà, è un odissea dei singoli uomini, è l’ultimo capitolo del diario della storia dell’uomo-operaio. Racconta un Odisseo in equilibrio precario tra l’essere ed il non essere, tra il lavoro ed il non lavoro, tra l’essere escluso o l’essere protagonista; non ci sono vie di mezzo però. In un equilibrio precario non si può restare fermi, altrimenti si cade. Non ha scelto lui questa forma di equilibrio, l’ha scelta chi ha chiuso la fabbrica, l’ha scelta chi ha creato una società dove prevalgono gli interessi finanziari e della grande economia sul lavoro e sul destino dell’uomo legato ad esso. Come in guerra, le grandi strategie sfruttano le energie dell’odio e dell’amore, l’istinto di sopravvivenza e la ferocia innata dell’uomo. La guerra fatta di carne bruciata e di sangue non crea più terrore nei nostri paesi, se non quello dei costi economici che deve subire la collettività….si esce dall’Afghanistan non perché si ha vinto o si è perso, non per una questione di giustizia, ma per recuperare risorse per restaurare i ponti americani … La lotta dei lavoratori è una guerra civile, dove si muore senza versare sangue, dove a morire è la dignità e dove l’unica speranza è un diritto da conquistare giorno dopo giorno attraverso la lotta. Trasformare la lotta da scontro ad incontro, da odissea personale a diario collettivo. Un Ulisse ( i lavoratori) che cercano di ritornare a Itaca (il lavoro), ma attraverso un viaggio che ha trasformato il sudore in simbolo e l’esperienza in diario (storia) di tutti noi. Un viaggio che cambia l’uomo, che cambia gli uomini, che cambia, i lavoratori, che cambia il lavoro. Penelope invece che una tela ricama una perfida ragnatela che ricatta le coscienze, ma che non può fare a meno di amare ed aspettare Ulisse/Odisseo, in quanto il lavoro ha bisogno dei lavoratori così come loro hanno bisogno di esso. Intorno a Penelope avidi speculatori le fanno la corte, cercando di farle dimenticare Ulisse, Ulisse affronta sirene, maghe e divinità in via di estinzione, iniziando la storia epica dell’uomo su quella degli dei. Incontrare di nuovo la tua donna, la tua terra, sterminando gli sciacalli, riconosciuto solo da un cane, da chi ha per istinto la fedeltà prima ancora che l’interesse o l’indifferenza. Se la guerra è l’Olocausto, la lotta è l’odissea e la storia si fa Diario.







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