Relazione del Collettivo GFG al Forum dell'Arte Contemporanea italiana di Prato 2015
Quali
modalità, eterodosse e coraggiose, si potrebbero attuare per
individuare docenti (o “tutor”) per laboratori formativi rivolti ad
artisti, curatori e critici? È possibile valorizzare esperienze e
competenze di artisti e intellettuali – anche non strettamente
appartenenti al sistema dell’arte o da questo riconosciuti – affinché
possano dare un nuovo contributo alla cultura italiana?
Coordina:
Paola Nicolin
Partecipanti al tavolo:
Stefano Arienti
Roberto Casti / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Gail Cochrane
Eleonora Di Marino / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Dionigi Mattia Gagliardi
Pino Giampà / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Gianni Pettena
Paola Nicolin
Partecipanti al tavolo:
Stefano Arienti
Roberto Casti / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Gail Cochrane
Eleonora Di Marino / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Dionigi Mattia Gagliardi
Pino Giampà / Giuseppefraugallery - Scuola Civica d'Arte Contemporanea
Gianni Pettena
Cloe PiccoliGiorgio Zanchetti
Relazione del collettivo Giuseppefraugallery/Scuola Civica Arte Contemporanea Iglesias
Criticità
Pensare
agli artisti come docenti significa metterli in gioco nella formazione
di altri artisti, una pratica che già avviene nei licei, nelle
Accademie, nelle Università, in una moltitudine di corsi, workshop,
incontri, seminari e residenze in tutto il mondo. Esiste anche una
formazione implicita nel fare stesso dell'arte e nei suoi meccanismi di
diffusione (mostre, fiere, pubblicazioni, ecc.): l'artista e la sua
opera diventano essi stessi maestri, fonte di modelli di ispirazione da
seguire o da evitare. Lo scambio diretto di saperi, forme, posizioni,
strategie ed esperienze che si genera dai loro rapporti diretti e
indiretti, sono parte fondamentale della formazione di un artista. Il
problema che si pone oggi è l'alto grado di divisione che si è generato
tra il mondo dell'arte (spesso autoreferenziale anche quando aspira ad
entrare nel pubblico), ed il tessuto sociale, economico, politico e
culturale. Per uscire da questo circuito è necessario ripensare la
figura dell'artista (e delle altre figure che vi ruotano intorno),
estendendo il suo campo d'azione all'interno della società: il ruolo che
potrebbe giocare in questa nuova (ma non inedita) partita è proprio
quella della sua natura di formatore, scegliendo come campo quello dei
territori periferici.
Organizzare
tecnologie didattiche, formative ed innovative per artisti, curatori e
critici, è un conto, inserire in queste attività un rapporto con
un'utenza più vasta, con l'obiettivo di formarla, informarla e renderla
capace di autonomia nel proprio percorso di conoscenza, apre un altro
fronte: un fronte dove si può solo vincere qualche battaglia,
difficilmente la guerra. Portare avanti un discorso dedicato alla
sperimentazione ed alla ricerca didattica sull'arte contemporanea
lavorando a stretto contatto con la comunità, nel nostro caso il Sulcis
Iglesiente, uno dei territori più poveri e depressi d'Italia, ci obbliga
ad una particolare attenzione nel monitorare aree di criticità, se
vogliamo trasformare l'intervento formativo in un'azione culturale
riconosciuta e partecipata all'esterno, utile sia all'artista che al
territorio. In questi anni di attività abbiamo potuto constatare cosa
significhi operare mettendosi in costante relazione con realtà dove
s'incontra un altissimo grado di resistenza e ostilità verso l'arte
contemporanea in genere, e verso le ricerche più attuali in particolare.
Questi atteggiamenti sono dovuti in parte a stereotipi e cattive
informazioni, in parte a prese di posizione impermeabili verso azioni
formative che possono mettere in discussione stereotipi, opinioni e
gusti preesistenti, in parte a lacune proprie del Sistema dell'Arte che,
anche in questa sede, cerchiamo di colmare, o perlomeno di capire
meglio. Non pensiamo però che al di fuori di chi opera o gravita intorno
al sistema dell'arte ci sia il vuoto, che esista un territorio vergine
dove l'arte semplicemente non esiste: questo viene colmato da altri
piccoli sistemi dell'arte (e quindi tanti altri modi in cui essa entra a
far parte della vita e degli interessi di una moltitudine di persone),
estremamente strutturati intorno alla pratica amatoriale ed alla
cattiva, superficiale, distorta informazione. Quando la nostra Scuola
Civica apre un nuovo corso, nell'intenzione di intercettare un target
esterno al modo dell'arte, privilegiamo anche percorsi di studi diversi
da quelli artistici, ebbene nel 20% dei casi ci troviamo ad accogliere
domande di ragionieri, ingegneri, operai, disoccupati, studenti
universitari, ecc., che poi si rivelano artisti, fanno opere e mostre,
vincono premi ed hanno un certo numero di estimatori, questo nonostante i
loro risultati formali siano assolutamente amatoriali. Intorno a queste
pratiche autodidattiche, ricche di poesia, sentimenti, sofferenze,
aspirazioni, molto più spesso di frustrazioni, che denotano comunque un
approccio all'arte piuttosto superficiale, c'è un diffusissimo e
strutturato sistema che non gravita intorno a quello che in questi
giorni partecipa al Forum, ma che segue orbite e dimensioni parallele.
Abbiamo portato questo aspetto, apparentemente lontano dal tema del
tavolo, per due motivi: il primo riguarda il nostro metodo nel rilevare
delle aree di criticità, che consiste proprio nel non sottovalutare il
forte rapporto tra questi “altri sistemi dell'arte” con i territori, la
politica, i mass media e le amministrazioni locali, arrivando in alcuni
casi a rappresentare la forma stessa in cui queste disegnano la loro
politica culturale. Il secondo motivo, più direttamente connesso alle
azioni da mettere in campo, riguarda gli aspetti e le informazioni che
un autodidatta (che ha però deciso di fare un percorso a contatto con
addetti ai lavori) ci può dare per capire meglio determinati meccanismi
(cattiva formazione, informazione distorta, stereotipi, ecc.). Alcuni di
questi monitoraggi ci possono aiutare a rendere efficaci anche le
azioni formative mirate a migliorare la performance degli artisti
professionisti. All'interno della nostra esperienza abbiamo potuto
assistere alla differenza di apprendimento dell'artista, o aspirante
tale, da chi vuole avvicinarsi all'arte contemporanea per conoscerla
e/o frequentarla. Nel primo caso l'eventuale mancanza di talento può
essere un ostacolo difficile da compensare semplicemente con le
esperienze e le informazioni ricevute durante l'azione didattica, nel
secondo queste non solo risultano efficaci, ma riescono ad attivare
forme di partecipazione e di espressione che possono maturare anche in
una figura attiva con successo nel mondo dell'arte, in alcuni casi,
sopratutto se lo studente è ancora giovane, possiamo scoprire anche un
buon artista. Una criticità imbarazzante riguarda invece gli studenti
che accogliamo nei nostri corsi dopo che essi hanno frequentato il Liceo
artistico e l'Accademia di Belle Arti, in cui riscontriamo gravi ed
inaspettate lacune rispetto alla conoscenza della storia dell'arte e
delle reali dinamiche del sistema dell'arte contemporanea. In questi
certe carenze si sono trasformate in forme di autoreferenzialità e di
difficoltà a rimettersi in gioco. Particolarmente gravi sono quelle
degli studenti che hanno frequentato il solo liceo artistico, scuola in
cui bisognerebbe intervenire con forti azioni laboratoriali e di
aggiornamento.
Creare
un contatto diretto tra un artista o un altro protagonista delle
vicende dell'arte contemporanea e i nostri studenti è fondamentale, ma è
chiaro che se la nostra azione si risolvesse solo in questo non ci
sarebbero risultati profondi, mancando alla comunità gli elementi per
valutare e rielaborare l'esperienza fatta, e quindi apprendere da essa.
Abbiamo quindi ritenuto indispensabile accogliere l'attività didattica
dei nostri visiting professor all'interno di una struttura formativa più
ampia, che parta dall'ABC attraverso una serie di lezioni e laboratori
propedeutici, per la maggior parte volti a sfatare stereotipi e falsi
miti. Le lezioni sono mirate ad una rilettura della storia dell'arte che
parte dalle origini, cercando di far comprendere i diversi modi ed i
diversi ruoli che l'arte e l'artista hanno interpretato nel tempo;
abbiamo creato una materia, Teoria della percezione e Antropologia del
gusto, per legare l'esperienza dell'arte a quella del proprio vissuto
quotidiano; a ciò si aggiungono lezioni sui linguaggi e codici specifici
dell'arte contemporanea ed una serie di laboratori, uno dei quali è
dedicato alle risorse didattiche 2.0 per l'arte contemporanea, in cui i
nostri studenti raccolgono materiali, caricano sul web immagini,
ricostruiscono dei veri e propri portfolio degli artisti che ospitiamo,
realizzano pagine on-line a disposizione di tutti, contenenti le riviste
d'arte nazionali ed internazionali, le gallerie, gli spazi
indipendenti, i curatori, ecc. In questo modo cerchiamo di non far
arrivare e poi lasciare nel vuoto le esperienze che artisti, curatori,
critici ed altri, portano nella scuola e nel territorio, trasformando la
partecipazione in memoria.
A
nostro avviso un altro punto di criticità da risolvere è proprio
questo: la difficoltà a riuscire a capitalizzare, come azione formativa
per i territori e le comunità, gli interventi dell'arte contemporanea
che già li vedono coinvolti. Con l'intenzione di produrre opere ed
azioni destinate al mondo degli addetti ai lavori, rischiamo di
lasciarci alle spalle persone che, pur essendo state coinvolte,
proseguono la propria vita disarmate, senza gli strumenti per capire ed
utilizzare concretamente l'esperienza artistica vissuta.
Obiettivi
Gli obiettivi da portare avanti in maniera più urgente, a nostro parere, sono riassumibili in tre priorità:
1.
Individuare strategie e percorsi di formazione ed alta formazione per
gli artisti da attuarsi attraverso una serie di esperienze dislocate nei
territori, attivando una rete di scambio di saperi che coinvolgano,
oltre che figure e personalità significative del mondo dell'arte a
livello internazionale, anche le comunità, le professionalità, gli
amministratori locali e le associazioni che vivono nel territorio,
rendendoli anch'essi partecipi del processo formativo.
2. Avviare una serie di azioni per la creazione di strutture diffuse dedicate alla formazione permanente.
3.
Progettare forme innovative di intervento didattico e corsi
d'aggiornamento per gli Istituti di istruzione secondaria di secondo
grado.
Formare
gli artisti nei territori, formare il territorio negli artisti. Questo è
per noi l'obiettivo da seguire per riallacciare l'arte alla società, la
società all'arte. Come abbiamo già detto questo è un ruolo nuovo ma non
inedito; inedito dev'essere l'approccio: non è pensabile che questo
obiettivo sia portato avanti con l'intenzione di colonizzare territori
irrompendo coi nostri codici e linguaggi specifici, se non vogliamo
arrivare a forme di scontro avanguardistiche. E' meglio parlare di
contaminazione, di scambio di saperi ed esperienze. Per far ciò, è
necessario costruire presidi che abbiano una struttura permanente, non
sporadica ed occasionale: comunità didattiche e formative che siano
inserite, partecipate e riconosciute dai territori. Aprire dei centri
(possibilmente messi in rete) non deve significare semplicemente portare
gli artisti e gli altri protagonisti dell'arte all'interno di contesti
isolati e periferici, ma al contrario aprire canali di scambio di sapere
con la comunità, che deve essere necessariamente resa attiva e
partecipe in queste esperienze, individuando strategie utili per
inserire una parte di essa nel percorso formativo, evitando così di
coinvolgerla solo occasionalmente o, peggio, per puro pretesto e
folklore. Mettendola cioè in grado di portare il suo contributo e di
evolvere nel tempo il suo rapporto con l'arte contemporanea.
Formare
ed informare una comunità è necessario non solo per espandere il
pubblico dell'arte, ma sopratutto per rendere efficaci le azioni
artistiche che mirano a coinvolgerle nella costruzione dell'opera (arte
pubblica, sociale, utilizzo di maestranze locali, ecc). L'obiettivo più
difficile da raggiungere riguarda il coinvolgimento in formazione degli
amministratori locali: poco disponibili a partecipare oltre i processi di
organizzazione e di inaugurazione degli eventi, risulta impresa
piuttosto ardua riuscire a costringerli a mettersi in gioco, o più
semplicemente a trovare il tempo da dedicare alle azioni di formazione.
Coinvolgere esperti di fama internazionale che operano nell'Università o
ricoprono cariche importanti in Musei ed Istituzioni è l'unica strada
percorribile.
Tutti
i musei e le gallerie civiche fanno dell'azione didattica uno dei loro
punti di forza, ma il coinvolgimento riguarda sopratutto alunni delle
scuole primarie: puntare su azioni all'interno dell'Istruzione
secondaria, anche con la formazione in aggiornamento dei docenti, è una
strada ancora tutta da fare. E' necessario portare l'arte all'interno di
questi percorsi: seminari, workshop, incontri, che rendono vive le
nostre sempre più numerose residenze, devono necessariamente scendere
in campo anche nelle nostre scuole, senza forzare le scarse risorse
economiche che gli Istituti hanno a disposizione (agendo magari
all'interno di progetti pilota con finanziamenti disponibili su scala
nazionale ed Europea). Costruire centri di formazione permanente, come
la nostra Scuola Civica, potrebbe essere un modo per avere a
disposizione dei presidi dell'Arte contemporanea in piccoli centri
esclusi dal circuito, che sarebbero perfettamente in grado di
intervenire in tutti gli obiettivi che abbiamo elencato. Un punto deve
rimanere fermo: è necessario costruire un format che metta in campo
esperienze e percorsi significativi, creare una rete di figure del
mondo dell'arte (e non solo) di alto profilo, che siano disponibili a
mettersi in gioco anche nei territori periferici.
Proposte
- Attivazione di strutture in rete, diffuse nel territorio nazionale, dedicate alla formazione permanente per l'Arte Contemporanea.
- Attivazione di un percorso formativo post universitario per la didattica dell'arte contemporanea nei territori.
- Creazione di un centro di ricerca e di documentazione della didattica per l'Arte Contemporanea.