Barega Agri-Art Gallery

Barega Agri-Art Gallery è uno spazio aperto all'aperto per l'arte eco-sostenibile e sociale, realizzato dal collettivo Giuseppefraugallery nell'ambito di un progetto più vasto, che prevedeva la costruzione, (insieme a Progetto B.a.r.e.g.a, Baccanale e Neuroni Attivi) di una Agri-Factory.
Tutte opere realizzate sono andate distrutte nel tempo e la Barega agri-art gallery non esiste più dal 2014.
Opere ed artisti:
Opere ed artisti:
Barega è una località alle porte di Iglesias, nella Sardegna del Sud-Ovest... In aperta campagna, la Agri.Art Gallery è all'interno di una tenuta bio-agricola di 16 h,
La Barega Agri-Art Gallery è un'opera d'arte pubblica del collettivo Giuseppefraugallery.
L'agrifest è un incrocio tra una festa privata, un festival culturale ed una rivoluzione.
L'Agri-factory
Insieme a Baccanale Sulcis Concerti, Neuroni attivi e Progetto B.a.r.e.g.a. abbiamo messo le basi per costruire una Agri-factory (intesa come open source/open house per ricercatori, artisti, creativi ed operatori dell'innovazione e della sopravvivenza ) ovvero un luogo per condividere saperi ed esperienze con tutti quelli che hanno intenzione di esprimersi, costruire, creare e comunicare attivamente.
Insieme a Baccanale Sulcis Concerti, Neuroni attivi e Progetto B.a.r.e.g.a. abbiamo messo le basi per costruire una Agri-factory (intesa come open source/open house per ricercatori, artisti, creativi ed operatori dell'innovazione e della sopravvivenza ) ovvero un luogo per condividere saperi ed esperienze con tutti quelli che hanno intenzione di esprimersi, costruire, creare e comunicare attivamente.
Simeone Crispino (Vedovamazzei)
Venerdì 18 e sabato 19 Simeone Crispino (Vedovamazzei) è stato il visiting professor del corso 1.0.
Nella giornata di sabato il corso si è trasferito all'Agri-ART GALLERY di Barega, dove Simeone ha realizzato una performance su...Scala, messa in scena sul palco dell'Agrifest, dove si è esibito con Roberto Casti, Manolo Pinna-Lucia e Giacomo Tronci in un blues di John Lee Hooker, I'm bad like Jesse James, tradotto in sardo (Seu malu cumenti Gesse Giames).
Agri-volley Collettivo Giuseppefraugallery
Opera del collettivo Giuseppefraugallery (Eleonora Di Marino, Roberto Casti, Pino Giampà, Riccardo Oi, Davide Porcedda) all'Agri Factory di Barega in occasione dell'Agrifest 2014. L'Agri-volley è un campo circolare del diametro di m 8,5 con una "regolamentare" rete di recinzione posizionata all'altezza di m 2,25.
Helena Hladilová + Namsal Siedlecki, Database, 2012. Nerium oleander, Artemisia absinthium, Oxalis acetosella, Ferula communis, Oenanthe crocata, Cytisus scoparius, Pteridophyta, Hedera helix, Conium maculatum, Buxus balearica, Arum italicum, Ranunculus acris, Euphorbia cyparissias, Bituminaria bituminosa. Variable dimensions
Helena Hladilova e Namsal Siedlecki/Gum Studio*
Dopo gli interventi di Riccardo Oi, Davide Porcedda, Monica Lugas e Marta Fontana la Agri-Art Gallery prosegue la sua programmazione con gli interventi di Helena Hladilova e Namsal Siedlecki.
"Potremmo arrivare e preparare il terreno, una specie di aiuola che col tempo e il contributo di chi vorrà si possa creare una specie di database vivente di piante velenose sarde, creare una specie di ecositema chiuso, per assistere col passare del tempo a come si evolve, chi sopravvive, chi soccombe, una selezione naturale."
Inizio lavori sabato 24, vernissage domenica 25
“Anche le piante velenose vanno rispettate in quanto svolgono la loro funzione naturale indipendentemente dalla pericolosità per l'uomo. Recuperare parte delle conoscenze che l'uomo del passato aveva sulle piante velenose, utilizzate spesso in dosi controllate come medicinali. Il rapporto uomo-piante-ambiente in Sardegna ha rappresentato un momento essenziale della cultura legata, più che in altre regioni, alla particolare forma di economia agro-pastorale. Nell'ambito delle singole comunità, in relazione alle caratteristiche del territorio e dell'ambiente, si sono sviluppate conoscenze ed usi peculiari che costituiscono uno dei fattori più significativi della cultura materiale. Il riconoscimento delle piante, soprattutto quelle del proprio territorio, rispondeva ad esigenze pratiche che erano poi motivo di vita. Le piante di utilizzazione alimentare, tossiche, infestanti delle colture e dei pascoli, pabulari, di interesse medicinale, magico ed artigianale erano note in modo diffuso a tutta la comunità. Soprattutto gli aspetti medicinali ricevevano particolare attenzione da parte di persone esperte che tramandavano gli usi in modo talora esclusivo nell'ambito della propria famiglia. Del resto le moderne ricerche hanno ampiamente dimostrato l'importanza delle conoscenze tradizionali. Oggi si è in grado di verificare, grazie a sofisticati procedimenti analitici, la fondatezza o meno, i reali benefici, i motivi che stanno a monte di una determinata utilizzazione popolare delle piante. In Sardegna la radicale trasformazione dell'economia di molte comunità, il profondo cambiamento del rapporto uomo-ambiente naturale, la scomparsa dell'agricoltura estensiva, la sempre minore presenza umana nelle campagne, la rarefazione di un certo tipo di artigianato tradizionale fanno sì che un patrimonio culturale di estremo interesse sia destinato a perdersi in modo irreversibile.”
(Da Ignazio Camarda “Ricerche etnobotaniche nel comune di Dorgali” Bollettino della Società sarda di scienze naturali, Vol. 27 )
Namsal Siedlecki, nato negli USA nel 1986, vive e lavora a Torino. Il suo lavoro interroga la percezione convenzionale e sociale dell’arte utilizzando strategie sovversive attraverso le quali cerca di mettere in discussione il ruolo dell'artista e dello spettatore.
Helena Hladilovà, nata a Kroměříž (Repubblica Ceca) nel 1984, vive e lavora a Torino. La sua opera indaga le varie relazioni tra materiale, oggetto e spazio, sondando le implicazioni sociali e culturali e mettendo in evidenza la paradossale normalità che scandisce la vita quotidiana degli individui.
Da un’idea comune dei due artisti nasce nel novembre del 2008 Gum Studio.
La Agri-Art Gallery è uno spazio aperto all'aperto per l'arte eco-sostenibile e sociale, realizzato dalla GiuseppeFrau Gallery nell'ambito di un progetto più vasto, che prevede la costruzione, (insieme a Progetto B.a.r.e.g.a, Baccanale e Neuroni Attivi) di una Agri-Factory.
Lilies on Mars in concerto durante l'inaugurazione
|
|
Neuroni Attivi - Movimento Zeitgeist Sulcis
|
Acetosella: Anticamente (nel Medioevo) si usava come condimento. Al pari dell'acetosa arricchisce di sapore verdure e minestre. Dalle foglie si può ricavare una bevanda dissetante (quasi una limonata). Le radici possono essere usate come gli asparagi. In tutti i casi si deve usare questa pianta con parsimonia in quanto contiene il velenoso acido ossalico (legato in forma salina al potassio) che può provocare danni ai reni ma anche la morte.
In prossimità di temporali le foglie dell'acetosella si rialzano preannunciando al contadino l'arrivo della pioggia.
È usata in erboristeria come depurante, diuretico, rinfrescante, facendone un decotto di 20 g di foglie fresche in 1 l d'acqua e bevendone massimo due tazze al giorno. Le foglie se masticate disinfettano i denti e il cavo orale. Similmente all'acetosa è considerata un buon rimedio per dermatosi e ascessi (applicando le foglie dello stesso decotto precedentemente descritto), decongestionante e febbrifugo. Il decotto della radice (20 g in 1 l d'acqua) bevendone due tazze al giorno rende più elastica la pelle. La pianta viene utilizzata fresca poiché essiccandola perde molte delle sue proprietà. I suoi principi attivi sono gli ossalati e gli antrachinoni. La pianta contiene tra l'altro acido ascorbico (vitamina C).
Nell'industria è usata per ricavarne un ottimo sbiancante delle macchie d'inchiostro e ruggine. Può essere usato anche come disincrostante per i radiatori delle automobili e in genere per lucidare oggetti metallici come rame e bronzo. Quest'ultimo composto veniva preparato dai droghieri - artigiani di una volta e si chiamava sale di acetosa.
Il Bosso- Parti velenose: tutta la pianta, le foglie in particolare. Principi attivi: buxina, busseina, bussimidina.
Tossicologia - Pianta tossica, può provocare dermatite da contatto; la sintomatologia in seguito a ingestione si manifesta inizialmente con disturbi gastrointestinali: vomito e diarrea. E' ammesso l'uso esterno nella terapia dell'herpes simplex (HSV-1).
il bosso viene spesso coltivato per l'ornamento dei giardini. Fiorisce in primavera. E' un arbusto di cui ne vengono utilizzate tutte le parti, anche per usi non propriamente curativi.. Il legno di bosso, infine, viene utilizzato in ebanisteria.
In passato si riusciva anche ad utilizzarne le virtù terapeutiche, note già nel XII secolo, quando Santa Ildegarda lo ricordava come rimedio efficace contro il vaiolo. L'infuso veniva consigliato nella cura contro l'epilessia.
Il contenuto di ilicina contribuisce a rendere l'agrifoglio tossico per gli esseri umani poiché irrita lo stomaco e l'intestino, e altri componenti lo rendono dannoso per il sistema nervoso e per il cuore. L'ingestione di appena venti bacche può essere mortale per un adulto
Chiamata Belladonna perché un distillato della pianta era adoperato dalle signore come cosmetico, appartiene alla famiglia delle Solanacee. Il nome del genere (atropa), che deriva da quello della parca Atropo, figurazione mitologica della morte, sta a significare la velenosità della pianta.
In omeopatia è conosciuta per le proprietà ottenute dal frutto, foglie e radici, in quanto agisce su cuore, polmoni, vene, cervello e sistema nervoso e sebbene sia una delle piante più note dal punto di vista farmacologico, la belladonna è in realtà estremamente tossica ed i suoi principi attivi, la josamicina e l'atropina, hanno infatti un effetto paralizzante sulle terminazioni nervose del sistema parasimpatico e determinano una riduzione della sensibilità al dolore.

Svelato il mistero del Riso Sardonico, la causa è un infuso di Oenanthe fistulosa dato ai morenti Nuragici..
E' ufficiale il Riso Sardonico di cui parlano i Greci in relazione alle popolazioni Sarde era il risultato della bevuta di un infuso di "Oenanthe fistulosa " che in Sardegna è molto diffusa vicino ai corsi d'acqua (e perciò detto "sedano acquatico"), lo dice il direttore del Dipartimento di Botanica all'Università di Cagliari , Mauro Ballero , nella ricerca che il suo team ha pubblicato sulla rivista americana "Journal of natural products ". Una buona notizia perché già se ne immagina un uso curativo da parte delle case farmaceutiche.
Il c.d. riso sardonico non sarebbe però una risata bensì la contrazione dei muscoli del viso dovuta all'avvelenamento per mezzo dell'infuso succitato. Si sa per certo da fonti greche ch'esso fu dato a bere ai Sardi antichi morenti, con particolare riferimento all'usanza di mandare a morte tutti coloro che compivano i 70 anni:"una notizia attribuita a Timeo, il quale avrebbe riferito come in Sardegna i vecchi di 70 anni venissero uccisi a bastonate e sassate dai figli e precipitati in un fossato; nel perire i vecchi ridevano di un riso che per la crudele situazione e l'ambiente in cui si svolgeva il rituale, veniva chiamato "sardonio"; secondo una diversa lettura a ridere erano invece gli uccisori, mentre gli uccisi venivano sacrificati a Crono" (Didu, visto su: www.sardolog.org )
Ma da fonti altretanto antiche possiamo associare questo infuso anche ad una sorta di pillola di cianuro da agente segreto, alla James Bond per intenderci, che prendevano i guerrieri Shardana catturati dal nemico, infatti Simonide di Ceo ci racconta l'assedio degli Shardana a Creta , allorché alcuni Sardi furono catturati e condotti a morire fra le braccia arroventate della statua bronzea di Talo (anch'essa Sarda peraltro), ed essi si presentarono ai loro giustizieri con un ghigno beffardo sul volto ch'egli chiamò riso sardonico, il sardus gelo di Omero (secondo altri Talo era un'automa bronzeo che distrusse i Sardi con un abbraccio infuocato, ed il riso sarebbe il suo).
-Misteri di Sardegna, Storia e tradizioni di Daniele Puddu-
6 ore fa Marta Fontana: Sì, mi pare bello che le parti "agiscano" insieme e poi volevo aggiungere che la terra per riempire i sacchi può essere almeno in parte quella della buca che scaverò per terra per creare il vano per l'albero, mi sembra significativo... è molto stimolante tutto questo! ho scoperto anche che il simbolo del melograno compare nei bottoni sardi indossati pure durante il rito del matrimonio tradizionale... quante scoperte, ci sono molti richiami e coincidenze e mi piace che sia un agire vitale, che si trasforma nel tempo... io ogni tanto dovrò concimare con altra ocra rossa e sarà come dare nuova linfa alla crescita, garantendo frutti particolarmente rossi... pieni d'amore!!!!... cadranno sul tuo letto ah ah!! un abbraccio. ciao : )
Il Progetto B.a.r.e.g.a è un
progetto di bioarchitettura o architettura bioecologica o bioedilizia o
green building... chiamiamola come volete, e durerà circa un anno. Si tratta di un approccio che cerca di ridurre al minimo l'impatto dell'edilizia sull'ambiente.
B.A.R.E.G.A.,
oltre ad essere il nome della località in provincia di
Carbonia-Iglesias dove attueremo il progetto, è anche l'acronimo del
nome scelto dal il gruppo di persone che ha avviato il progetto: Bio
Architettura Rete Economica Gruppo d'Azione.
Progetto B.A.R.E.G.A. è un'iniziativa OpenSource per la condivisione dei saperi in Bioedilizia. Nasce dall’interesse per il settore dell’educazione ambientale e dalla volontà di reagire a uno scenario di crisi economica e occupazionale profonda.
Progetto B.A.R.E.G.A. è un'iniziativa OpenSource per la condivisione dei saperi in Bioedilizia. Nasce dall’interesse per il settore dell’educazione ambientale e dalla volontà di reagire a uno scenario di crisi economica e occupazionale profonda.
Progetto B.A.R.E.G.A. include anche le tematica del rilancio dell'economia locale tramite le creazione di reti locali, di sinergie tra le persone/imprese che cercano soluzioni alla crisi alternative, per riprendere possesso della propria vita e del proprio futuro.
Progetto B.A.R.E.G.A. intende mostrare con dei workshop divulgativi che esistono le tecniche e le tecnologie per costruire in Bioedilizia con materiali naturali, reperiti localmente, a bassissimo costo ambientale ed energetico.
Progetto B.A.R.E.G.A. vuole creare il contesto per lo sviluppo di una maggiore sensibilità riguardo i temi dell'edilizia, dell'ambiente e dell'abitare in contesti sani.
Progetto B.A.R.E.G.A. è un modello replicabile di costruzione di un network, di una comunità che condivide i temi della bioedilizia, della sostenibilità, della partecipazione e della nascita di nuove opportunità di sviluppo economico sostenibile.
Progetto B.A.R.E.G.A. è un modello replicabile di costruzione di un network, di una comunità che condivide i temi della bioedilizia, della sostenibilità, della partecipazione e della nascita di nuove opportunità di sviluppo economico sostenibile.
AGRIFEST 2012
DAVIDE PORCEDDA: U.T.O.P.I.A. (AGRI-PLATFORM)
L’artista Davide Porcedda nella Agri-Art Gallery (un vasto spazio all’aperto dedicato all’arte contemporanea) ha realizzato una sorta di base per progettare rivoluzioni possibili, allestendo un’area con quattro panche, di due metri ciascuna, poste attorno ad un pannello in legno utilizzabile come lavagna e/o come bacheca, per appendere comunicazioni, progetti e programmi, ma anche per meditare oltre.
riccardo oi: sa genna de brandeburgo
Abbassiamo lo spread tra i titoli culturali: per diventare Berlino occorre
essere Sardegna.
Negli stessi giorni del 2°
workshop del Progetto B.a.r.e.g.a., Riccardo Oi cercherà di ricostruire, con
materiali recuperati in loco, la
porta simbolo della Berlino che
copre il ruolo di città contemporanea tra le più vitali, economicamente e
culturalmente.
Il modello del monumento è un
modo di aspirare ad una realtà (quella funzionante della Berlino contemporanea)
tramite i mezzi che ci appartengono, e che appartengono alla nostra terra.
Con questa azione, che darà vita
ad un museo d'arte contemporanea "aperto ed all'aperto", curato dalla
GiuseppeFrau Gallery, prende
concretamente il via, dopo tre anni di preparazione, l’idea di Baccanale Sulcis
Concerti del progetto di un Agri-Factory che, oltre il progetto di bioedilizia partecipata (Progetto
B.a.r.e.g.a) ed un imminente Agri-Rock Festival, cercherà di proporsi come
format innovativo che si espanderà verso la creazione di un network
internazionale per un industria
culturale alternativa eco-sostenibile. In progress...
Barega
è una località alle porte di Iglesias, nella Sardegna del Sud-Ovest...
In aperta campagna, la Agri.Art Gallery è all'interno di una tenuta
bio-agricola, l'unico modo per arrivarci è prendere contati diretti ai
seguenti numeri 3473696005 - 3452288522 o più semplicemente scrivere a info@giuseppefraugallery.com,
oppure tentare l'avventura e perdersi, per ritrovarsi magari più tardi
da qualche parte nelle vicinanze....per essere accompagnati in quel
luogo che sa ancora di semi-clandestinità.