Politicamente scorretti
Sia ben chiaro, anche a chi continuerà a non capire: noi della GFG non siamo né di parte politica, né parte della politica, siamo parte anche politica, contro un sistema che qui, nel Sulcis, è interamente governato dalla politica.
Siamo diventati anche parte politica, per sottrarci dagli
artigli e dalla voracità della politica, per poterla intercettare nel progetto
di una programmazione alla pari, senza sottomissione alcuna. L'arte e la
cultura per la politica sono solo piccoli pretesti, parole per riempire ben
altre intenzioni, vuoti a perdere per portare avanti la sistematica distruzione
del territorio. Per la politica locale conta solo l'arte e la cultura prodotta
dai sudditi di partito, poco importa se siano l'arte e la cultura peggiore
possibile portata avanti da artisti ed operatori culturali mediocri ed
incapaci, per questa politica uno vale l'altro, tanto è solo un pretesto. Sono
anni che portiamo avanti l'idea di un Distretto Culturale, di una rete di
centri di ricerca che siano in grado di interagire con il sistema dell'arte
internazionale, nel tentativo di spostare l'asse dal centro alla periferia
estrema, di costruire un percorso in grado di portare nel nostro territorio le
informazioni ed i saperi necessari per liberarlo da quell'esercito di mediocri,
e millantatori, che proprio qui da noi hanno messo radici, approfittando di una
classe politica incompetente ed ignorante alimentando perfino l'ostilità e la
diffidenza di una parte della popolazione verso i processi di apertura e di
confronto internazionale. Noi abbiamo costruito lo stesso, nonostante certa
politica abbia cercato di distruggere, e continui ancora a farlo, oggi nel
Sulcis esiste una rete di ricerca e produzione artistica in grado di operare a
livello internazionale con una sua specificità ed originalità. Con la creazione
del Distretto Culturale Open Source, il Macc di Calasetta, Mangiabarche,
Cherimus, GiuseppeFrau Gallery e la Agri-Factory (che in questi giorni ha
ereditato anche il Territorium Museum prima ospitato nella Grande Miniera di
Serbariu), ora cercheranno di intervenire direttamente nei processi economici e
produttivi del territorio, cercando di fare noi quello che la politica locale
non è in grado di fare.