2x1 (Extreme Reality Performance), 2011
GIUSEPPE PUSCEDDU, 45 anni, è senza lavoro e, a causa di problemi di salute, è seguito dai medici del Centro di igiene mentale. Non ha una casa e, da oltre un anno e mezzo, il suo unico rifugio è lo sgabuzzino di una palazzina popolare: uno spazio di due metri per uno e mezzo che Giuseppe deve condividere con i topi. Niente acqua, giusto una lampadina allacciata alla corrente grazie alla disponibilità degli inquilini della palazzina e una coperta messa all'ingresso che funge da tenda.
DISPERAZIONE Una sistemazione indecente e indegna per chiunque, animali compresi. Eppure in tutto questo tempo la disperazione di Giuseppe è rimasta inascoltata, al punto che qualche settimana fa aveva deciso di farla finita. Provvidenziale è stato l'intervento dei vicini, che hanno avvisato carabinieri e vigili del fuoco, scongiurando il peggio. Quella tragedia sfiorata ha fatto emergere una vicenda vergognosa che forse neppure il Comune aveva sinora affrontato con la giusta determinazione. Perché, se è vero che gli alloggi popolari sono insufficienti a soddisfare le richieste di tutti, appare assurdo che in un anno e mezzo non sia stata trovata una soluzione d'emergenza per un caso così grave.
SPERANZA Ma forse questa volta ci sarà un lieto fine. Dopo che Giuseppe ha deciso di raccontare pubblicamente la sua triste storia attraverso le colonne de L'Unione Sarda e i microfoni di Videolina, è nata una mobilitazione generale promossa dagli artisti della GiuseppeFrau Gallery.
(Cinzia Simbula, L'Unione Sarda)
Grazie ad una cena organizzata presso l'hotel Sa Lolla ad Iglesias, sono stati raccolti 700 €, un passo importante per avviare il contratto di una casa per Giuseppe Pusceddu.
Oggi, Giuseppe sta bene, grazie anche alla solidarietà ed alla visibilità ha un lavoro ed una casa: i soldi raccolti sono stati devoluti ai poveri di due parrocchie iglesienti per volontà dello stesso Giuseppe.
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Nell'ambito della mostra "Febbraio", GiuseppeFrau Gallery, Villaggio minerario Normann (Gonnesa):
attraverso la ricostruzione dello spazio in cui viveva Giuseppe, il racconto della sua storia, incarnazione di un territorio tutto.
Giuseppe vive in un sottoscala di 2mx1
Giuseppe non è un barbone
Giuseppe è solo uno che ha perso il lavoro
Giuseppe ha cercato di farla finita
Giuseppe è ancora vivo
Giuseppe vive in una piccola città
nella provincia più povera d'Italia
Giuseppe è il più povero nella città più povera
ma sono più poveri di lui gli indifferenti
Arrivati a questo punto io credo che Giuseppe; forse stara' meglio alla casa serena , ed i soldi raccolti da noi tutti ,con l'aiuto di persone sensibili vadano dati alle associazioni di volontariato !!!!.
Iglesias La protesta Casa Serena: infiltrazioni d'acqua
L'Unione sarda di Mercoledì 16 marzo 2011
Piove anche a Casa Serena e, più precisamente, sopra il letto di Giuseppe Pusceddu. Sembra non esserci pace per il disoccupato che, dopo avere vissuto per diciotto mesi in uno sgabuzzino di due metri per tre, è stato ospitato nell'istituto di riposo per anziani. Una sistemazione per affrontare una situazione d'emergenza (diventata ancora più drammatica quando quel minuscolo e malsano spazio in cui viveva si è allagato), in attesa di individuare una piccola abitazione per farlo vivere dignitosamente. Invece Giuseppe è a Casa Serena da oltre un mese e nessuno pare abbia risposto all'appello del commissario comunale. Antonello Ghiani aveva detto pubblicamente che il Comune era disposto a pagare l'affitto di un piccolo alloggio, qualora qualche privato lo avesse messo a disposizione. Sinora, invece, nulla. Unica novità le infiltrazioni d'acqua nella camera: «Mi hanno assicurato che provvederanno a risolvere il problema in tempi brevi», dice fiducioso Giuseppe. La sua nuova disavventura ha avuto subito grande eco su Facebook, rilanciata dagli artisti della Giuseppe Frau gallery che da tempo sono in prima linea a sostegno della sua causa, come di altre legate a problemi sociali. (c. s.)
Sono qui, ancora alla casa Serena.. a sopportare le ingiurie che questa vita non sembra riuscire ad attenuare. Piove ovunque per me. Sono andato via da quello sgabuzzino freddo e allagato ... e ora mi ritrovo qui... ancora sotto un tetto piovoso. Per il momento ho spostato tutto... il letto, l'armadio; aspetto che qualcuno si faccia vivo domattina! Ma non sò più cosa fare. Mi sento isolato, allagato e dimenticato in tutto questo freddo. Il commissario è sparito... e la casa e nelle mani del troppi "me-ne-frego"! ... Non riesco più a sopportare di dover prendere le mille pastiglie per la mia depressione. Tutto questo è insopportabile, tutto questo è devastante!"