Eleonora Di Marino nel libro Altre narrazioni di Andrea Fogli

Eleonora Di Marino in Altre Narrazioni










































L’avanguardia appassionata  su altre narrazioni di Andrea Fogli


Potrei iniziare questa recensione al solito modo, con la solita perifrasi: “Il nuovo volume di Andrea Fogli…”esattamente come se si trattasse di uno scrittore, invece Andrea Fogli è un artista, che però realizza bellissimi libri. In realtà è uno degli intellettuali più raffinati e colti della sua generazione, così può lavorare indifferentemente nel campo dell’arte o in quello della scrittura, e in questa sfoderare capacità comunicative e retoriche di rara efficacia. Altre narrazioni porta alla mente pensieri che non si affacciavano da un tempo troppo lungo. A metà degli anni ’80 questioni spinosissime come l’impegno dell’intellettuale, la necessità di un pensiero critico e vigilante nei confronti di ciò che ci circonda, sembrarono decisamente fuori moda. Riprendendo oggi questi temi, Andrea Fogli colpisce nel segno con ogni capitolo del suo libro e le sue opinioni radicali, provenienti da una dimensione di umanesimo integrale, che sostanzia con il suo vivere elementare e disinvolto.
A chi abbia esperienza di cose culturali, però non sfugge un potenziale parallelo con l’avventura surrealista degli anni 20-30. Questa avanguardia lavorò moltissimo a un dialogo con la sinistra più sensibile del periodo (soprattutto Trotskij, che si avvicinò agli artisti del centro-america), infatti vari lavori della terza e quarta internazionale toccarono temi avanzati dai Surrealisti, la cui riflessione fu a loro modo continuata in Italia da Gramsci e Pasolini. Il punto nodale della questione, secondo i Surrealisti, è che la rivoluzione deve essere perseguita nel personale (quante polemiche venticinque anni fa su questa parola) con la metodologia di Freud, nel sociale con quella di Marx. Andrea Fogli si trova esattamente su questo terreno, infatti le sue opere d’arte spesso sono private, privatissime, provenienti dal mondo dell’inconscio addirittura, invece questa sua parte esterna è del tutto pubblica. Tanto pubblica che nel libro viene perfino contestata la supposta neutralità linguistica di Kosuth, e finanche l’utopismo comunitario e solidarizzante di Pistoletto. In realtà il gioco di parole, tra accurato e accorato, di pag. 22, spiega magnificamente l’empito di questo libro, poiché si tratta di una collazione di non lunghi ma intensi e appassionati articoli, apparsi sul quotidiano “Gli altri”, i quali sembrano un sommario di indignazione contro un mondo che forse potrebbe essere facilmente migliore. Così a chi frequenti il mondo della ricerca culturale, non sfuggirà un particolare trasparente ma essenziale: il libro è leggibilissimo e godibilissimo (rabbie a parte), dalla prima all’ultima parola. La scrittura di Andrea Fogli è quanto di più lontano dallo sperimentalismo e dal messianismo di tante avanguardie, che hanno vergato testi oracolari. Al contrario, si manifesta aperta simpatia verso la semplice modalità del vivere peripatetico, del camminare, che infatti viene invocato estensivamente in ben due capitoli.

Forse l’elemento più importante e interessante dell’atteggiamento di Andrea Fogli è la serietà, che deriva dalla stretta necessità che si riprenda a parlare di questi temi, confessando semplicemente il nostro disagio e le nostre difficoltà. Per ottenere questo orientamento si sacrifica, con apparente leggerezza, tutto un sapere approfondito e ramificato, svolto per anni sugli spocchiosi testi dell’avanguardia, che potrebbero essere visti anche come potenziali fiancheggiatori della decadenza odierna, data la loro sostanziale indifferenza alle problematiche sociali, al contrario anzi, insistendo con radicalità su elementi mai verificati dal punto di vista delle dinamiche sociali. Da questo atteggiamento si colgono i fiori delle varie proteste, tutte giustificate, di un occidente che comincia a pensare di cambiare solo adesso che è a pochi passi dal baratro. Sfilano testi sui no-TAV, sulle letture pubbliche di Erri De Luca (altro esponente di questo neo-umanesimo radicale), sull’anarchico Passanante, su Don Chisciotte, per dire di argomenti tra loro collegati da ragioni estremamente defilate e distanti, che rendono il libro estremamente vario, come gli interessi da cui è scaturito.
Una lettura appassionante, dunque, che forse semplifica la struttura di ciò che critica ed è giustamente da cambiare, ma pulsa di quell’urgenza che costringe gli intellettuali più sensibili a scendere dalla loro torre d’avorio, per sollecitare con veemenza un ritorno all’autentico, a quell’impegno che innanzi tutto è comunicazione e condivisione, e a cui difficilmente si può negare autorevolezza e necessità. Un esemplare modo di utilizzazione di un media veloce (al contrario della lentezza del libro) e di grande divulgazione, innestandovi i temi della cultura più raffinata, assieme a uno sperimentalismo sociale senza il quale non si dà futuro. di Paolo Aita
Il libro, edito da Odilon, 12E, si può trovare attualmente Roma nelle librerie:
  • Fahrenheit, Campo dei Fiori
  • Minimum Fax, Santa Maria in Trastevere
  • Odradek, Via dei Banchi Vecchi
  • Let’s Art, Via del Pellegrino
  • Reperibile anche alla galleria La Nuova Pesa, Via del Corso 530.



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